I Paperoni a caccia di affari oltre lo spazio
NEW YORK. Da Jeff Bezos a Bill Gates, da Michael Bloomberg a Richard Branson. Il Santo Graal della fusione nucleare e della sua energia pulita è inseguito da anni da un esercito di paperoni che, a suon di investimenti milionari, perseguono quella che il fisico Stephen Hawking descrisse come la più promettente tecnologia del genere umano. Un po’ come la corsa alla conquista dello spazio, i miliardari da tempo guardano con interesse all’energia del futuro legata alla fusione nucleare mettendo a disposizione i loro capitali per cercare di realizzare un sogno che sembrava lontano ma che il test realizzato in Gran Bretagna sembra avvicinare. Tramite la Breakthrough Energy Coalition, il fondo di investimento che raccoglie decine di paperoni mondiali e di cui fanno parte fra gli altri Bill Gates ma anche George Soros, finanziano la ricerca in diverse start-up impegnate in prima linea nell’energia sostenibile e in altre tecnologie per ridurre le emissioni, incluse quelle che puntano a commercializzare nuovi concetti come la fusione nucleare. Fra queste società una delle più ambiziose è la Commonwealth Fusion System, fondata nel 2010 da sei professori del Massachusetts Institute of Technology e che ha al centro delle sue ricerche e dei suoi esperimenti proprio la fusione nucleare in grado di produrre illimitata energia pulita. Entro il 2025 essa si è posta come obiettivo quello di produrre un prototipo di un reattore a energia netta. La scommessa sulla fusione nucleare è un po’ come un momento SpaceX per il settore, secondo gli analisti che fanno riferimento al razzo riutilizzabile della società di Elon Musk.