Diciassettesima puntata…
5 Maggio 2007
Sapete perché si sostiene che il numero 17 porti male?
La credenza risale agli antichi romani; il numero era scritto XVII, che, anagrammato, dà origine alla parola VIXI, vale a dire “ho vissuto”.
La diciassettesima puntata della “Febbre del sabato sera”, il programma condotto da Marco (davvero ineguagliabile ed eccezionale compagno di viaggio) e da me, è l’eccezione che conferma la regola.
La trasmissione è stata carica d’emozioni, di battute e di buona musica e le vostre richieste sono state, come al solito, numerose: ve ne siamo davvero molto grati.
Il tempo, fuori dalla finestra, sembra ancora indeciso: ora le gocce di pioggia battono sui vetri, ora un raggio di sole filtra attraverso i vetri fino a raggiungere il mixer.
Sarà anche per questo tempo pazzerello il motivo per cui, oggi, il nostro caro meteorologo Azeglio non si è fatto sentire…
Abbiamo in ogni caso ricevuto la piacevole visita di Emilio che, con le sue divertenti trovate, ci ha tenuto compagnia per parte del programma.
Mi sembra di parlare ancora al microfono, mi sembra di sentire ancora la pressione delle cuffie sulle orecchie…
La tensione della diretta non si è ancora affievolita, tanto che mi sembra nuovamente di essere in contatto con voi, fedeli ascoltatori.
È grazie a voi che abbiamo questo entusiasmo e che troviamo, di sabato in sabato, la voglia di urlare al microfono quello che pensiamo, quello che vogliamo condividere.
Ma passo, ora, alla musica, l’inseparabile compagna che, ad ogni puntata, ci tiene compagnia e riempie le nostre case.
“Il mio canto libero”, di Laura Pausini, “Certe notti”, di Ligabue, “Ed ero contentissimo”, di Tiziano Ferro e “What’s my age again”, dei Blink 182 sono le canzoni che oggi ci avete richiesto di trasmettere e che avete voluto dedicare.
Ed è con grande piacere che vi presento il pezzo storico della diciassettesima puntata: “Aquarius”, la celeberrima canzone, tratta dal non meno noto musical “Hair”.
Un militare da poco arruolato ed in partenza per il Vietnam, arriva a New York ed incontra un gruppo di hippies che stanno bruciando le loro cartoline di precetto. Incuriosito, li segue ed è coinvolto in incidenti con la polizia. Il capo dei manifestanti è scambiato per il soldato e spedito in guerra, dove muore.
La canzone affronta il movimento della New Age. L’Era dei Pesci, che ha avuto inizio con la nascita di Cristo, sta volgendo alla fine per lasciare il posto alla nuova Era dell’Acquario, caratterizzata dalla pace nel mondo e dalla ricerca spirituale di un’armonia tra l’uomo e la natura. E’ un’opera senza tempo, che sottolinea la libertà e la tolleranza.
La spettacolarità del musical addolcisce il dramma che diviene così emblema della libertà e di una protesta antimilitarista che ha caratterizzato un’intera generazione.
Hair si immerge in tutte le problematiche politiche e sociali sollevate negli anni ‘60, dalla pace al razzismo, dalla guerra all’uso della droga, temi che, a distanza di 30 anni, purtroppo, continuano a fare parte del nostro mondo.
Sinceramente, l’ascolto di questo pezzo storico e la lettura della recensione mi hanno colpito molto e mi hanno spronato a riflettere.
Spero che così sia stato per voi e mi auguro che d’ogni puntata vi rimanga qualcosa… magari un briciolo del nostro entusiasmo o le parole di una canzone che hanno lasciato un segno nel vostro cuore.
Comunicazione di servizio.
Siamo lieti di ricordarvi l’indirizzo del blog creato dal vostro speaker di fiducia, Marco Notari: www.marconotari.splinder.com
Visitatelo! Ne vale veramente la pena!