Manhole degli IN JUNE è la voce che ha bisogno di farsi sentire
23 Giugno 2021
Esce il 1 luglio Manhole, primo singolo della nuova produzione degli IN JUNE.
Il pezzo è un vero atto di coraggio del trio romano che, ascoltato ad occhi chiusi e senza conoscerne labiografia, potrebbe facilmente confondersi con uno progetto al di fuori dei confini italiani. Pensare che questo sia dovuto alla sola sceltadella lingua anglofona è semplicistico: il sound, le produzioni, gli ambienti e anche l’intenzione, richiamano atmosfere dark come quelledi Bury a friend, Billie Eilish, Figurehead, The cure, Big God, Florence and the machine. La produzione sintetizza la tensione oscura del testo:un climax di tamburi, chitarre stridule come una porta che cigola, i tasti incalzanti del pianto, voci affannate quasi come soffocassero.
Manhole è il posto dove ci sentiamo intrappolati. L’aria che manca. L’impossibilità di scappare dalle parti piùoscure di se stessi e dai propri traumi. Lo sguardo basso, il guardarsi indietro, camminando in avanti, il bisogno costante di qualcosa di nuovo pernon sentirsi intrappolati in se stessi.
Do you ever wonder why I always look behind
Down the lane
On the dustiest parts of my brain
And why I always need some change?
Manhole è la narrazione di una ferita profonda che un abuso può lasciare, è una denuncia alleviolenze psicologiche e fisiche che molte persone sono costrette ad affrontare durante il corso della loro vita e di cui a fatica si riesca a parlare.Raccontarle in un pezzo è un modo per esorcizzarle, renderle sì vivide ma affrontarle e in qualche modo inchiodarle al muro, provando alasciarsele alle spalle.
IL PROGETTO
La musica degli In June nasce dalla voglia di esprimersi, ed esprimere soprattutto quei sentimenti troppo pesanti avolte per il cuore e per la mente; raggiunge la massima espressione davanti ad un pubblico, nutrendosi proprio di l’adrenalina e quella passione chescaturisce dal concerto.
Gli IN JUNE vogliono portare sul panorama italiano (e non) tutte quelle influenze che li hanno
accompagnati nellaloro crescita: le parole che Daniela Mariti (cantautrice e chitarrista) ha imparato a conoscere dagli artisti che l’hanno ispirata durante isuoi primi approcci alla musica; le ritmiche che hanno scosso Mara Graziano (batteria) nella sua adolescenza e che le hanno fatto scoprire in sestessa un’energia inaspettata; i riff e le progressioni che hanno mosso le dita di Pier Iulianello (basso) in modo da trovare il suono dellasperanza dentro di sé.
L’ispirazione viene quindi dai momenti bui ma anche da quei momenti catartici in cui monta il desiderio dicambiare le cose, anche attraverso la propria espressione artistica. Uno degli obiettivi degli IN JUNE è proprio quello di diffondere empatiatrasformando i silenzi in un coro di voci che si amalgama in un unico desiderio di rivalsa. Gli IN JUNE sono silenzio, introspezione edintroversione che si trasformano in qualcosa di rumoroso: i sospiri e le parole sussurrate prendono, tramite la musica che scrivono, peso e forma, sipurificano dalle paure, e vengono espresse in maniera forte e chiara. Mescolando rock alternativo inglese alle atmosfere nordeuropee ricche diriverberi e profondità tipicamente downtempo.
Il timbro potente della voce di Daniela è sostenuto da testi evocativi, chitarre ebassi saturi e suoni di batteria ad alte dinamiche.
Il loro percorso insieme inizia nel 2018 direttamente su un palco per due anni.
Dal2020 iniziano a presentarsi al pubblico con le loro prime uscite discografiche attraverso un paio di singoli.
A luglio 2021 esce MANHOLE cheè una sorta di vero e proprio manifesto.