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Whitney Shay: “Stand up”

27 Febbraio 2021

Ultimamente da chi segue questa rubrica ricevo dei messaggi nei quali mi viene evidenziato il fatto che nelle mie recensioni parlo solo di lavori fatti bene trascurando quelli fatti male. A tal proposito mi sembra doveroso dare una risposta. La selezione è molto travagliata perché le cose fatte male sono veramente tante. Registrazioni da incubo, musica scimmiottata e velleità artistiche che spesso rasentano il ridicolo. E’ giusto che tutti abbiano il loro spazio per esprimersi , mettere in atto le proprie idee e far nascere i propri progetti, ma se non hai quel dono indefinibile, non potrai emergere. Ecco allora che la rubrica Me&Blues, forse, può essere utile. L’altra sera mentre rovistavo tra le mie cose ho ritrovato un CD che avevo ricevuto esattamente un anno fa, il 22.02.2020, due giorni prima dell’avvento della Pandemia nel Mondo. Questa cosa mi ha molto colpito tanto da decidere di parlarne, anche perché è un gran bel disco. Il titolo è “Stand up”, lei è Whitney Shay. Se in questo momento dicessi alzi la mano chi la conosce, sicuramente non sarebbe un plebiscito. La Shay, con la sua voce che fa fuoco e fiamme, sarà la nuova stella del Blues e del R&B. Nata a San Diego, da giovane era già un fenomeno artistico con una personalità dominante che l’ha aiutata ad imporsi nel mondo dello spettacolo. Un fenomeno vocale che gli ha permesso di muoversi nel panorama Indie con l’album “Soul Tonic” del 2012 e “Woman Rules the World 2018”. Due lavori che hanno tracciato la sua strada in particolar modo quella che l’ha portata direttamente al primo contratto importante. Ci hanno pensato gli uomini segugio della Rufus Records, che fiutandone le qualità non ci hanno pensato due volte a farla entrare nella propria scuderia. Nasce così Stand Up: una esortazione ad alzarti a tirarsi su e non stare fermi, perché il disco è veramente esplosivo grazie alla vitalità e alla maturità raggiunta dalla Shay. Dodici brani, due cover e dieci pezzi originali, lavorati perfettamente grazie anche al contributo di musicisti come Marcia Ball, Laura Chavez e Guy Forsyth. I tre minuti del brano di apertura che da il titolo all’intero album non lasciano scampo: lanciano un messaggio chiaro su cosa ci aspetta dopo. Funky,Blues e R&B la fanno da padrone grazie anche a una sessione fiati di tutto rispetto. “I never meant to love him” è una delle due cover: un brano del vecchio repertorio di Etta James che la Shay canta in maniera superba. Il giusto riconoscimento per la Divina che è stata per Whitney, un punto di riferimento. Il disco non ha un minimo cedimento, grazie a suoni e ritmi coinvolgenti, per fargli onore bisognerebbe recensire ogni brano. “Tell the Truth” merita una attenzione particolare perché è un Rhythm and Blues moderno nel quale la nostra amica sfodera tutto il meglio di se stessa. Un timbro che mette insieme appassionatamente le voci di Bonnie Rait e Susan Tedeschi e… scusate se è poco. Il successo di Stand Up è stato certificato nel 2020 con l’invito della Shay al Blues Caravan, una importante manifestazione organizzata dalla Ruf Records insieme a Jeremiah Johnson e Ryan Perry, tre predestinati. Aspettiamo al varco la Whitney, sperando che alla prossima non un faccia disco fatto male.

 

Per la rubrica Me&Blues a cura di Gianfranco Piria


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