Rock Time del 13 Settembre 2023

Benvenuti a Rock Time!

Questa è la prima puntata in onda nella nuova collocazione, mercoledì pomeriggio, ed iniziamo con David Johansen e “Donna”, dall’album live registrato nel 1978 per promuovere la carriera solista di David, dopo lo scioglimento delle New York Dolls.

A seguire ascoltiamo Robert Plant con “29 Palms”, canzone che prende il nome dall’omonima localita della California, uno degli ingressi dello Joshua Tree Park e sede di uno dei più estesi campi di addestramento dei Marines negli USA.

Joe Grushecky è famosissimo nel suo stato Natale, il New Jersey, ma ha non ha raggiunto la fama internazionale di altri figli del Garden State come Bruce Springsteen o John Bon Jovi, o per uscire dai confini del rock, Frank Sinatra. Ha collaborato spesso con Springsteen, che figura come co-autore di “Dark and bloody ground”.

Ryn Bingham a 25 anni era già una figura abituale del circuito dei rodeo, visto che aveva iniziato a bazzicarlo a soli 17 anni, ma nel frattempo aveva iniziato a scrivere canzoni, e l’incontro con Joe Ely gli diede la spinta per realizzare nel 2007 “Mescalito”, che ha ricevuto recensioni molto positive ed ha contribuito a renderlo famoso anche nel circuito del rock alternativo di stampo country.

Recentemente Bingham ha pubblicato un nuovo disco, Watch Out For The Wolf, purtroppo molto lontano dalla qualità di Mescalito.

I Marah si sono formati a Filadelfia nei primi anni 90, “Barstool boys” è contentuto in “Kids in Philly” uscito nel 1998 e considerato il capolavoro della band, che si è fatta una notevole fama per i propri concerti ricchi di grinta e passione, come ho potuto vedere di persona nel 2008 a San Giovanni in Persiceto.

La seconda parte della trasmissione si apre con due canzoni dei Beatles, prima la cover di We Can Work It Out ad opera di Chaka Khan, proveniente dal suo “What cha’ gonna do for me”, e a seguire gli originali con “Come together”.

Dopo gli scarafaggi, ci spostiamo a New Orleans con la cover di “I walk on gilded splinters” di Dr John fatta da Johnny Jenkins, accompagnato al dobro da Duane Allman, tratta dal bellissimo “Ton Ton Macoute”, e quindi con le Labelle, prodotte da Allen Toussaint con “Space Children”, che era uscito come retro del 45 giri di “Lady Marmalade”, posso dimostrarlo avendo acquistato il disco in questione 🙂

Bill Withers è stato uno dei cantanti soul di maggior successo degli anni 70, con uno stile molto rilassato e riconoscibile, e ha influenzato molti artisti successivi. “Lean on me” è sicuramente una delle sue canzoni più famose, insieme a “Ain’t no sunshine”, ed ha avuto numerose cover, soprattutto quella dei Club Nouveau nel 1987.

Chiudiamo la puntata con un’altra cover, “Take me in your arms” di Kim Weston, rifatta dai Doobie Brothers per il loro album “Stampede” del 1975.

Nonostante il nome, i Doobies come vengono colloquialmente chiamati dai fans non sono fratelli e nessuno di loro fa ‘Doobie” di cognome.

“Doobie” è un termine gergale che indica lo spinello. Sembra infatti che il nome sia stato suggerito da un amico, che aveva notato che i membri del (futuro) gruppo si facevano spesso delle canne.

Vi ricordo che sul sito di Radio Nova sono presenti i podcast di questa e delle puntate precedenti di Rock Time, se volete riascoltarle o le avete perse.

Un saluto da Lorenzo Comastri, vi ricordo che questa puntata andrà in replica sabato alla stessa ora, io vi do appuntamento per la nuova puntata a mercoledì prossimo, che il rock sia sempre con voi!

LC