Mike Zito: Resurrection
13 Novembre 2021
Negli ultimi giorni ho avuto alcuni contatti con amici musicisti d’oltre oceano. Molti di loro hanno ripreso a suonare ed a incidere. Dalle informazioni che mi sono state date, tra Natale e l’inizio del 2022, molte produzioni verranno immesse sul mercato. La Pandemia avrà fermato i live ma non certo la creatività. Anzi. Alcuni segnali erano già arrivati in estate. Posso testimoniarlo. Il periodo Giugno/Settembre è stato ricco di novità. Tra questi Resurrection di Mike Zito. Nato nel 1970 come tutti i predestinati a sei anni era già un fenomeno.
La sua entrata nel mondo discografico avviene nel 2008 con l’uscita di Today. L’album gli consente così di poter iniziare alcuni tour prevalentemente a livello locale.Il salto di qualità arriva quando incontra Devon Allman (figlio di Gregg Allman) e Cyril Neville, insieme formano la Royal Southern Brotherhood. Una band che ha catturato l’attenzione di alcuni produttori e realizzato un paio di album. Nel 2014 Mike Zito lascia per continuare l’attività da solista. Tra nuove produzioni,dischi dedicati(Chuck Berry) e live, Zito ha messo in cascina ben sedici album. Resurrection è uscito a metà Luglio di quest’anno. Un disco prodotto dal famoso David Z composto da undici brani, otto novità e tre cover. Suonato ad altissimi livelli Zito non manca di mettere in evidenza tutta la sua bravura. Un Bluesman di tutto rispetto. Si parte con I’ll Make Love to You di J. J. Cale. Un noto brano del compianto cantautore di Oklaoma City al quale è stata data una costruzione con i fiati e il finale col sax che valgono la spesa del cd. La curiosità aumenta ma bisogna ascoltare un brano originale per farsi una idea chiara di dove si andrà a parare. Con Don’t Bring Me Down l’album spicca il volo grazie alla inesorabile chitarra del nostro amico. Conosco Mike Zito e so che le sorprese non mancheranno. Decido a questo punto di andare direttamente sulle due cover rimaste. Presence of Lord è un brano di Eric Clapton scritto a suo tempo per i Blind Faith insieme all’amico Steve Winwood. Il pezzo inizialmente non cambia molto rispetto all’impostazione originale, qualcosa però è nell’aria. Il suo crescendo lascia presagire ad un assolo di chitarra con i fiocchi. Così è stato. Bella versione. L’altra cover è Evil di Willie Dixon. Questo brano ha subito (diciamolo) una quantità industriale di versioni. Tanto da pensare che forse è meglio passare alla prossima traccia. La tentazione però è tanta. Finalmente una versione diversa. Qui Zito riesce a dare una impostazione più rockeggiante tanto che all’inizio della Evil classica non si percepisce molto.
E’ questione di alcuni secondi. L’onnipresente chitarra di Mike Zito ne fa una versione Rock Blues che direi quasi unica. Tutti gli altri brani scorrono velocemente, alternandosi tra il Blues,il Funky e il Soul. Pearl River del 2009 credo che sia stato il primo suo vero capolavoro. Non per altro super premiato. Con Resurrection Mike Zito ci ha concesso il bis.
Gianfranco Piria per la Rubrica Me&Blues.