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“Blasè” è il nuovo disco di Chris Yan

4 Giugno 2021

Chris Yan presenta Blasè, il nuovo concept album, l’ottavo della sua discografia, dopo il fortunato lancio dei primi tre video singoli: “Sehnsucht”, “I paesaggi” di Böcklin e “Eppure, ricordo anche dei fiori sul tuo volto”.

“Gran parte di queste registrazioni sono state effettuate a Napoli tra il 2018 e il 2019, il periodo più fermo, statico e disinteressato che io abbia mai vissuto – dichiara l’artista – sia artisticamente che umanamente. Riascoltando e selezionando questo materiale mi sono immediatamente immerso nel mood (o Stimmung in questo caso) di quel momento. Nello stesso periodo – aggiunge – stavo leggendo “Saggi sul paesaggio” di Georg Simmel e mi è tornato in mente quello che lessi molti anni prima, sull’atteggiamento dell’individuo blasè dello stesso autore. Combaciava perfettamente con ciò che ho provato nel periodo in cui ho registrato quelle improvvisazioni. Più che l’aspetto della metropoli, ho rivisto in me lo stesso disinteresse, solitudine e apatia del blasè.”

Il sound artist, compositore e field recordist romagnolo ridefinisce e rilancia il suo percorso artistico: “diversamente ad altri miei lavori passati, non è stato il concept a dar vita alle tracce – dice l’autore- ma il contrario. Si è trattato di riprendere in mano il saggio di Simmel e trovarne i punti cardine tra esso e le tracce selezionate. Tra le varie suggestioni suscitate da queste improvvisazioni  – continua -c’è stata fin da subito quella che ritroviamo nei filmati time-lapse, o nei fermo immagine cinematografici. Quel senso di staticità e immobilità, dove il tempo intorno scorre con furia e noi ce lo facciamo scorrere addosso. Durante il processo di editing e sviluppo dell’album, ho sempre pensato a queste tracce come a dei “paesaggi cinematografici”, dove sembra non accadere nulla, ma invece sono dei micro-movimenti a smuovere lentamente queste texture.”

Blasè si divide in due macro movimenti: il primo dettato dalla Verstand (intelletto), dal pensiero freddo e calcolato-ragionato; il secondo dalla Vernunft (ragione) che cede il passo anche all’emotività e al sentimentalismo.

Il disco chiude con “Eppure, ricordo anche dei fiori sul tuo volto”, unico brano che non fa parte di quelle riprese. Scritto pochi giorni prima di entrare in studio, “forse il brano più carico di sentimentalismo musicale che io abbia mai scritto” – conclude l’artista – Con sonorità che si riallacciano a quelle presenti nel disco, ma con un approccio e impatto completamente diverso, che guarda allo stile e alla dialettica delle poesie di John Berger.

Un concept variegato con uno sguardo interdisciplinare verso maestri imprescindibili come Brian Eno, Bernard Parmegiani, Luc Ferrari, Èliane Radigue, John Cage, Satie. Musica elettronica, ambient, rumorismo, filosofia, poesia, videoarte e non per ultimo un concept visivo della copertina che appartiene alla serie Sperduto ad opera del pittore, illustratore e designer Matteo Babbi.


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