Jeremiah Johnson: Unemployed Highly Annoyed
17 Aprile 2021
Oggi vi parlerò di un musicista il cui nome vi consiglio di appuntare sulla vostra agenda. Si tratta di Jeremiah Johnson: un altro predestinato che ha iniziato a studiare la chitarra a sei anni. Crescendo ha trovato ispirazione in leggende della sei corde che con la loro musica gli hanno dato le basi per costruire il suo stile . A ventisette anni si trasferisce in Texas dove continua a perfezionare il suo suono che è sempre più Blues e più Southern. Sono stati dieci anni intensi che gli hanno permesso di partecipare a vari concorsi con ottimi piazzamenti. Jeremiah, musicista ed un uomo ormai maturo, decide allora di tornare a Saint Louis, la sua città natale, per progettare la sua carriera. Dopo alcuni dischi passati inosservati, la svolta arriva nel 2018 quando sottoscrive un contratto con la Ruf Record. Nasce così Straitjacket grazie alla produzione di Mike Zito che, oltre ad essere un ottimo chitarrista, negli anni si è rivelato scopritore di veri talenti. L’anno dopo sono andati in tournèe insieme e Jeremiah ha avuto modo di mettersi in mostra alla grande e quindi cominciare ad avere un proprio pubblico di riferimento. Il momento era quello giusto, bisognava mantenere alta l’attenzione e così nel Febbraio del 2020 esce Heavens to Bestsy. Successivamente partecipa al Caravan Blues insieme a Ryan Perry e Whitney Shay. Poteva essere l’anno della svolta ma purtroppo non è stato così. La pandemia ha creato dei seri problemi all’industria discografica e nello stesso tempo fermato totalmente le esibizioni dal vivo. Per molti è stato un disastro totale ritrovarsi dall’oggi al domani disoccupati. Jeremiah Johnson, conscio della situazione e fortemente arrabbiato, ha approfittato di questo periodo per realizzare un altro disco. Nasce cosi Unemployed Highly Annoyed (Disoccupato Altamente Infastidito): la sua dura risposta al periodo ostile che il mondo sta vivendo. Disoccupato Altamente Infastidito è un concept album di otto pezzi scritto e suonato in maniera straordinaria, dove il blues e la chitarra di Johnson sono il motore trainante dell’intero dell’intero lavoro. Chi segue questa rubrica avrà notato che di solito non sto li a recensire tutti i brani. Vi potrei stupire con effetti speciali ma non servirebbe a nulla. Credo che il compito di chi scrive sia quello di raccontare le sensazioni che ha provato ascoltando quel determinato disco e raccontarle. Poi sta a chi ci legge decidere. Different Plan For Me è un classico blues dalle famigerate 12 battute. Uno slow con le note iniziali della chitarra che sembrano saette. Allora stai li in attesa di uno stratosferico assolo ma rimani deluso, perchè il riff non arriva, ma c’è, esiste, è quello che accompagna tutto il brano rendendolo veramente unico. Cherry Red Wine è come i fili dell’alta tensione: chi tocca muore. Si perché questo pezzo non vede altri interpreti se non Luther Allison che l’ha lanciato. Chi si è avvicinato, spesso, ha preso una forte scossa. Johnson ne ha fatto un bella versione, evitando in maniera intelligente lo storico finale che tante vittime ha mietuto. Il pezzo più Southern è Burn Down the Garden che apre il disco. Qui il suono allegro e vivace della sua chitarra ricorda molto band come Allman Brothers Band e Lynyrd Skynyrd. La rabbia è un sentimento primordiale che si basa sull’istinto di difesa e sopravvivenza. Tutto ciò non sempre genera nell’uomo situazioni positive. Jeremiah Johnson ci è riuscito perfettamente con Unemployed Highly Annoyed , un disco che al momento è il migliore della sua discografia. Un bel lavoro fatto da un Disoccupato Altamente Infastidito.
Gianfranco Piria per la rubrica Me & Blues