Gianfranco Piria racconta le novità in campo Blues
15 Gennaio 2021
Inizia oggi la collaborazione tra Me&Blues, che è anche una trasmissione Radiofonica, con la rivista online Redacon e Radionova. Me&Blues è una rubrica dedicata al Blues e Rock Blues nella quale farò delle valutazioni su lavori di artisti che hanno già un largo credito e su artisti che si stanno incamminando verso la via della notorietà. Penso che le considerazioni sui singoli brani siano molto soggettive in quanto dipendono molto dallo stato d’animo e dal contesto in cui uno si trova quindi, salvo casi particolari, parlerò dell’intero progetto nella sua complessità senza fare sconti a nessuno.
Nella Primavera del 2020, in piena Pandemia, ordinai al mio fornitore di musica una serie di CD tra questi l’ultimo lavoro di Dion Di Mucci (poi vi dirò chi è) dal titolo
Blues with Friends. Si tratta di un lavoro che già al primo ascolto ha catturato la mia attenzione, spingendomi fino al punto di assegnargli lo scettro di disco blues dell’anno, cosa che confermai durate il corso di una di una mia intervista nel Maggio dell’anno pandemico.
Non vi nascondo che la mia personale decisione è stata un po’ combattuta in quando in quel periodo girava un giovane, dal futuro assicurato, un certo Jontavious Willis che col suo Spectacular Class ,già super premiato, si stava facendo largo anche nel Bel Paese grazie anche hai suoi due sponsor come Keb’ Mo’ e Taj Mahal, insomma gara persa.
Ma Willis ha 26 anni e ancora tanta strada da fare, Dion (da non confondere con la signora della colonna sonora di Titanic) mentre scriviamo, ne ha 81 di anni.
Dion comincia nel 1957,le sue prime passioni erano il Country, il Doo Wop ed il Blues, un musicista con una storia artistica troppo lunga da raccontare in poche righe, fatta di dischi, concerti e collaborazioni, ma anche di un periodo particolarmente difficile, rotto dalla decisione di divulgare nel Mondo la musica che in fondo aveva sempre amato: il Blues.
Blues with Friends è il giusto riconoscimento alla musica del Diavolo e la partecipazione di nomi di spicco ne ha certificato il valore. Bonamassa, Paul Simon, Van Morrison, Jeff Beck, Bruce Springsteen, John Hammond ed altri ancora con la loro esperienza e versalità hanno dato un contributo importante senza oscurare la figura di Dion che è presente in tutti i brani con la sua splendida voce e il suo tocco unico di chitarra. Le parole di Bob Dylan, riportate nelle note di copertina dicono tutto… Dion sa cantare e conosce il modo giusto per creare canzoni Blues.
Blues con Amici (Blues with Friends) forse per qualcuno,grazie ai nomi elencati, era già un successo annunciato. Vi posso assicurare che se era Blues con la Suocera, il Cugino oppure la Zia sarebbe stato lo stesso.
Grazie ai social, croce e delizia di tutti noi, mi sono imbattuto in un giovane barbuto che mi ha subito incuriosito.
Luca Burgalassi è un Ingegnere Meccanico di Livorno che fin da ragazzo, mentre frequentava l’Università di Pisa, si diplomava presso l’Accademia Lizard di Fiesole, una importante scuola per musicisti che vede la presenza, come docenti, di illustri chitarristi.
Ed è proprio da questi maestri che Luca cominciò ad apprendere e a prendere un po’ da tutti perché la sua passione era troppo forte per non approfondire. Cominciò a studiare le tecniche di utilizzo degli strumenti per il Folk, il Blues e il Country Blues come la Lap Steel Guitar, il Banjo e il Dobro e dopo un periodo trascorso come turnista nelle sale di incisione e chitarrista con altre band in giro per l’Europa decise di dedicarsi alle sue produzioni. Così facendo sono nati ben quattro albums, alcuni dei quali realizzati in Virginia dove Luca, per la serie “tengo famiglia”, si era trasferito per motivi di lavoro. L’esperienza americana sicuramente gli è servita per toccare da vicino le atmosfere della musica che amava, nata proprio in quei territori e in più le collaborazioni con musicisti del posto gli hanno consentito di portare a termine il suo ultimo lavoro. Ed è proprio in Virginia che nasce Come to my Word: un disco elegante che ti accarezza l’anima e ti trasporta in terre lontane ed incontaminate. Dodici brani tutti originali che sono un invito ad intraprendere un percorso interiore attraverso i diversi aspetti della personalità. Musicalmente l’album è un misto di blues, country e folk; principalmente acustico, con influenze che spaziano dal Jazz e Swing, fino al folk inglese con le chitarre acustiche che costituiscono la spina dorsale del disco. Qui Burgalassi manifesta tutta la sua bravura. L’unica pecca che ho trovato è stata sulla suddivisione delle 12 tracce: avrei fatto una distribuzione diversa, ma queste sono cose per addetti ai lavori. A mio parere, Luca Burgalassi, con Come to my Word ci ha consegnato un bell’album e nello stesso tempo ha tracciato la strada per continuare ad andare avanti e regalarci altre emozioni.