Let it rock, puntata 54: A soul Christmas. FILE ASCOLTABILI
21 Dicembre 2014
Benvenuti alla puntata Natalizia di Let it rock: l’anno scorso vi ho fatto ascoltare canzoni ‘Natalizie’ in chiave rock, quest’anno la puntatà sarà tutta dedicata ad uno dei miei ‘amori’ musicali, il soul degli anni ’70.
In scaletta diversi pezzi ‘minori’ o comunque non molto conosciuti, ma di ottima qualità come è solito per questa trasmissione, aldilà dei gusti.
La copertina spetta a Bill Withers con un brano dal suo Live At The Carnegie Hall, uno dei migliori album live della decade.
Passiamo poi dal funk dei War e di William ‘Darondo’ Pulliam, uno dei personaggi di culto della scena soul/funk dei 70s, al soul soft di Thelma Houston e dei Main Ingredient, il gruppo di Cuba Gooding Senior, padre dell’attore omonimo.
La seconda parte inizia con la mia canzone preferita da ormai 40 anni, Wake Up Everybody di Harold Melvin & The Bluenotes, gruppo di punta del Philadelphia sound, uno dei marchi di fabbrica più famosi della decade. Altro esponente del genere è Billy Paul, di cui si ricorda soprattutto la versione originale di Me and Mrs Jones.
Seguono 3 cantanti sconosciuti a chi non è molto inserito nel genere, ma molto considerati dagli appassionati, ovvero Lou Courtney, Ernie Hines e Greg Perry, quest’ultimo una figura chiave delle case discografice Hot Wax e Invictus, create dal trio Holland/Dozier/Holland.
Ci sono dischi che hanno segnato dei punti di svolta nella storia della musica, dischi dei quali si può dire che esiste un prima e un dopo, con molte differenze tra i due momenti.
Nel 1969 la Stax stava vivendo uno dei suoi momenti peggiori: Otis Redding e buona parte dei Barkays erano periti nella tragedia aerea del lago Monona, e la situazione finanziaria era disperata. Al Bell, allora a capo dell’etichetta, decise di ‘colpire’ il mercato facendo uscire, nello stesso giorno del 1969 ,27 album nuovi. Isaac Hayes, già famoso come musicista/arrangiatore e come autore, insieme a Dave Porter, di molti successi di Sam & Dave, chiese ed ottenne completa libertà creativa per il suo album, il secondo della sua discografia.
Il risultato fu qualcosa di mai sentito prima, un album con solo 4 canzoni, la più corta delle quali appena superiore ai 5 minuti. A chiudere il disco una lunghissima cover di oltre 18 minuti, di By the time I get to Phoenix di Jimmy Webb, ad aprirlo una versione spettacolare del classico di Burt Bacharach e Hal David, Walk on by, che vi presento in chiusura della puntata.
Accompagnano Hayes i riformati Barkays, con menzione particolare per la chitarra di Michael Toles, che sembra abbia le corde immerse nell’acido.
Ecco la playlist completa della puntata:
Bill Withers – World keeps going around
Main Ingredient – Just don’t want to be lonely
Harold Melvin & The BlueNotes – Wake up everybody
Lou Courtney – I don’t need nobody else